Impianti ad alta tecnologia progettati per abbattere e, successivamente, recuperare il contenuto di solventi presenti in un flusso, tramite cicli di adsorbimento e rigenerazione di carboni attivi.
Gli impianti di recupero solvente sono unità per la depurazione di emissioni gassose contenenti COV (Composti Organici Volatili) in grado di svolgere una duplice funzione:
Nei casi in cui è applicabile, questo tipo di tecnologia presenta quindi un significativo punto di forza, in quanto presenta non solo un beneficio ecologico ma anche economico, con tempi di payback molto ravvicinati (anche di tre anni). La lunga esperienza di Brofind nel settore, ci ha portato all’installazione di impianti di recupero solvente nei più svariati settori industriali (stampa, imballaggi flessibili, nastri adesivi, chimica, etc.), con potenzialità di trattamento comprese tra i 2.500 e i 300.000 Nmc/h d’aria. In funzione della natura dei solventi recuperati, si distinguono due differenti tipologie di impianti, in funzione della tecnica usata per rigenerare il carbone attivo:
Il ciclo di funzionamento sul quale si basa questa tecnologia è il seguente: Pre-trattamento e aspirazione L’aria carica di solvente, proveniente dal ciclo produttivo e aspirata tramite i ventilatori principali, deve essere innanzitutto filtrata, in modo da eliminare gli eventuali solidi presenti, tramite l’installazione di un sistema filtrante adeguato. La regolazione della portata d’aria aspirata dall’impianto viene normalmente gestita tramite inverter posti sui ventilatori principali, a loro volta comandati da un controllore di pressione situato a monte dell’impianto: questo sistema consente un significativo risparmio di energia elettrica in caso di portata d’aria al di sotto di quella di progetto. Un’unità di raffreddamento provvede quindi a portare l’aria alla temperatura idonea all’adsorbimento, inferiore ai 60°C, in quanto il fenomeno è favorito alle basse temperature. La temperatura è uno solo dei parametri da valutare, infatti occorre prestare particolare attenzione anche all’umidità dell’emissione: al di sopra del 60÷70%, la quantità d’acqua adsorbita dal carbone cresce esponenzialmente, riducendone quindi l’efficienza e creando conseguenti malfunzionamenti. Adsorbimento L’aria inquinata viene fatta fluire in appositi adsorbitori, in cui un letto fisso di carbone attivo trattiene il solvente; l’aria purificata può essere quindi scaricata in atmosfera attraverso il camino. Ogni impianto presenta più adsorbitori operanti in parallelo. Ciascuno di essi viene mantenuto in fase di adsorbimento fintanto che la concentrazione di COT (Carbonio Organico Totale) in uscita rispetta il valore limite prefissato; raggiunto questo valore, l’adsorbitore saturo viene posto in fase di rigenerazione (vedi sotto). L’utilizzo di un analizzatore dedicato al monitoraggio della concentrazione di COT consente di ottimizzare automaticamente il funzionamento dell’impianto, attivando la rigenerazione solo al raggiungimento del limite al camino; è così possibile minimizzare i consumi in funzione dell’effettivo carico di solvente in ingresso.
Distillazione
Qualora l’impianto recuperi una miscela di solventi, può essere necessario prevedere una sezione di distillazione dei solventi stessi, per separarli l’uno dall’altro.
Consultate la pagina dedicata ai servizi Brofind per comprendere meglio come siamo soliti supportare i nostri clienti per l’intero ciclo di vita del prodotto.