Gli ossidatori termici catalitici utilizzano speciali catalizzatori per ridurre l’energia di attivazione delle reazioni di ossidazione delle sostanze inquinanti allo scopo di diminuire il consumo di combustibile.
I combustori catalitici eseguono l’operazione di ossidazione degli inquinanti sfruttando la presenza di speciali materiali attivati – i catalizzatori – che rendono più semplice la reazione di combustione, permettendo la conversione a temperature di reazione inferiori rispetto ai combustori termici. I catalizzatori utilizzati per questa applicazione risultano essere a base di ossidi metallici o di metalli nobili.
Gli impianti di ossidazione termica catalitica possono essere progettati con diverse configurazioni, utilizzando:
A seconda della composizione delle sostanze inquinanti, e dunque a seguito della scelta relativa al tipo di catalizzatore da utilizzare, la temperatura di combustione risulta essere nel range 280-400°C.
In modo schematico possiamo descrivere l’attività dell’ossidatore catalitico come segue:
Nel caso di ossidatori catalitici rigenerativi, il processo di depurazione rimane inalterato, ma viene modificato il sistema di recupero calore. Con questa versione è possibile spingere il recupero energetico fino al 95% e raggiungere l’autosostentamento, a partire da una concentrazione di 1.5 g/Nm³.
Il tipo di catalizzatore adeguato, sia in termini chimico-fisici (a metalli preziosi o ad ossidi di metalli comuni), sia in termini di disegno geometrico (a nido d’ape o in pellets), è scelto in funzione delle sostanze organiche da abbattere. Con le nuove formulazioni di catalizzatori è ora possibile abbattere anche composti organici clorurati o solforati. Gli impianti di ossidazione termica catalitica risultano essere molto validi ma tendono ad essere poco “robusti” in quanto, la potenziale presenza di alcuni inquinanti nell’aria da trattare (quali ad esempio composti alogenati, zolfo, siliconi, metalli pesanti) può “disattivare” il catalizzatore, ovvero come si dice in gergo può “avvelenare” il catalizzatore rendendo necessaria quindi la sua sostituzione.
Queste macchine sono applicate solitamente nei settori:
Tutti i combustori catalitici Brofind possono essere personalizzati e sviluppati con soluzioni impiantistiche dedicate quali:
Impianti progettati integrando sezioni di pre o di post abbattimento all’ossidatore principale, sono utilizzati quando occorre trattare flussi inquinanti complessi con più tecnologie differenti.
I pre trattamenti e quindi i pre abbattitori tipicamente servono per preservare l’ossidatore termico sia dal punto di vista meccanico che di processo, andando a ridurre la concentrazione di particolari tipologie di inquinanti come:
composti organici del silicio
acidi inorganici
basi inorganiche
aerosol
polveri
overspray di verniciatura
nebbie oleose e/o microgoccioline di condensato
In questa condizione vengono installati opportuni sistemi come cicloni, filtri a maniche o a cartucce, scrubber venturi e a torre, pannelli filtranti, adsorbitori a carbone attivo, demister di varia natura o addirittura sistemi più complessi da valutare di caso in caso.
Per i post trattamenti e quindi per i post abbattitori, tipicamente si vedono impiegati sistemi di raffreddamento repentino come i quencher seguiti da scrubber a torre eventualmente con preabbattimento venturi.
Talvolta è possibile che si debbano applicare sistemi deNOx SCR o SNCR in caso di necessità di riduzione degli NOx formati da particolari composti organici come le ammine.
I vari sistemi di post abbattimento si applicano in presenza di inquinanti all’ingresso come:
COV alogenati
COV solforati
COV azotati
Silani o silossani
Consultate la pagina dedicata ai servizi Brofind per comprendere meglio come siamo soliti supportare i nostri clienti per l’intero ciclo di vita del prodotto.